SCODINZOLANDO
Originariamente la Pet Therapy veniva impiegata a sostegno dei bambini autistici, ma lo spettro dei potenziali “pazienti” coinvolti è cresciuto, includendo anche persone che non soffrono di alcuna patologia specifica. La Pet Therapy nasce nel mondo anglosassone ed è stata riconosciuta come cura ufficiale all’interno del Servizio Sanitario Nazionale (decreto del Consiglio dei Ministri del febbraio 2003).
L’impatto positivo della presenza di un cucciolo in casa è dimostrato anche per chi non soffre di problemi particolari e grazie alla “Pet Therapy” contrasta il normale decorso dell’invecchiamento. L’introduzione di un animale nella nostra vita comporta alcuni vantaggi specifici nel lenire diversi tipi di patologie. Il contatto con un animale modifica alcuni parametri fisici come il polso e la pressione: il risultato, secondo uno studio del
dottor Aaron Honori Katcher, è che cala lievemente il rischio di infarto cardiaco e l’ipertensione. Adottare e prendersi cura di un cane, inoltre, stimola l’anziano a muoversi tutti i giorni sia mentalmente che fisicamente,assicurandosi che l’animale domestico soddisfi le proprie necessità.
L’attività assistita con l’animale ha un impatto anche sul cervello: il cane, in particolare, contribuisce in maniera concreta a ridurre le difficoltà di apprendimento e di mantenimento della memoria. Un cucciolo in casa interferisce con la depressione ed induce una lieve diminuzione del senso di ansia, migliorando la percezione del dolore. David Lee, assistente sociale psichiatrico, ha rilevato che gli anziani coinvolti in questo tipo di attività riducono gradualmente l’utilizzo di psicofarmaci per curare disturbi di tipo depressivo.I cani sono indicati come gli animali più adatti in sede terapeutica per via della facilità di interazione con
l’uomo. A differenza di altri animali come conigli o gatti, sono più disposti a farsi accarezzare, dettaglio nonsecondario, considerando che uno degli elementi più carenti nella vita di molti pensionati è il contatto fisico che comporta la mancanza di calore umano. L’impatto concreto della presenza di un cane sulla vita degli anziani è stato studiato per la prima volta da Brickel nel 1984. Il suo esperimento mirava ad individuare gli effetti della presenza di un animale da compagnia su pazienti depressi di età compresa tra i 45 e gli 84 anni. I risultati dello studio confermano che il gruppo di pazienti che ha lavorato con il cane ha registrato miglioramenti significativi sulla scala della depressione. È emerso inoltre che anche al di fuori della seduta terapeutica è migliorato il comportamento, sono aumentate le interazioni tra pazienti e con il personale ed ha facilitato l’auto-analisi.
Il progetto prevede un’esperienza assistita mediata da un dolcissimo cane in modo da rispondere a bisogni come:
• benessere psicologico
• bisogno di compagnia
• di contatto relazionale
• di rassicurazione
• di contenimento.
Gli obiettivi principali dell’esperienza consistono nel:
1. ridurre i disturbi comportamentali
2. aumentare il contenimento dello stress e delle frustrazioni
3. controllare il tono dell’umore
4. ridurre l’aggressività
5. favorire la concentrazione.
L’interazione con l’animale consente alle persone di creare un legame gratificante, di instaurare un rapporto empatico e di poter entrare in contatto corporeo con un altro essere vivente. Le conversazioni sono stimolate dalla presenza del cane favorendo narrazioni personali, intime e legate al ricordo.
Specialisti coinvolti:
Responsabile di attività/coadiutrice del cane
Medico veterinario esperto in IAA
Assistente progetti educativi (APE)
Coordinatore progetto e educatore
Progetto da personalizzare per contenuti e costi